Lo sport forse più di ogni altro elemento rappresenta un mezzo di dialogo tra culture diverse e per un paese come l’Azerbaigian, che storicamente e nella più recente attualità si posiziona come un ponte tra Occidente ed Oriente le Olimpiadi sono un occasione per mostrare la propria centralità come trait d’union tra l’Europa e l’Asia. La capitale Baku, simbolo della modernità e del “ futuro che in Azerbaigian è già iniziato “, si era già candidata per le Olimpiadi 2016 ma era stata esclusa rapidamente e infine un’altra città – Rio de Janeiro – di un altro paese emergente si era aggiudicata la vittoria finale. Ma la Repubblica ex-Sovietica e la sua città fiore all’occhiello non hanno eguali in quanto a determinazione e risorse a disposizione. E così sono già in corso di costruzione opere scintillanti per i possibili Giochi Olimpici del 2020: uno stadio avveniristico con copertura ritraibile e dotata di adiacente complesso di piscine. E nonostante la partecipazione alle Olimpiadi come nazione indipendente per l’Azerbaigian sia iniziata solo nel 1996 certamente per il 2020 gli atleti azerbaigiani non si farebbero trovare impreparati alla chiamata come testimonia ad esempio l’esperienza dell’ex-stella del football inglese e mondiale Tony Adams alla guida del Gabala Fc, squadra della serie A azerbaigiana, che avrà sicuramente fatto aumentare il tasso tecnico di alcuni giovani giocatori della nazionale di calcio under 21.
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